FUSINIERI Ambrogio

RICERCHE MECCANICHE E DIOTTRICHE SOPRA LA CAUSA DELLA RIFRAZIONE DELLA LUCE (...) Ove  si dimostra  che coll'attrazione da  Newton introdotta non si può rendere  ragione di questo fenomeno, ma che è necessario ripeterlo dalle resistenze dei mezzi rifrangenti. Venezia, Presso Giustino Pasquali q. Mario, MDCCXCVII (1797).

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In 8vo piccolo; pp. X, (2), 209, (1); 3 tavole. f. t. Legatura moderna mezza pergamena, titolo oro al dorso, importante ex libris di Sigismundus S. R. I. Liber Baro de Moll, Nobilis Immatriculatura Provinciarum Austriae  supra Onasum et Tirolis, Civis Roboretanus (...).
Testo raro ed importante di Ambrogio Fusinieri (1773-1853) pioniere della fisica moderna. Avviato dal padre alla pratica forense, ottenne la laurea nel nel 1794 ma dopo alcuni anni di attività, decise di abbandonare la professione legale per dedicarsi esclusivamente agli studi scientifici. Si trasferì  in una casa di campagna all’interno della quale allestì un gabinetto di fisica, un laboratorio di chimica, un piccolo osservatorio astronomico e una biblioteca. Nella pace campestre , portò a compimento numerose esperienze che gli permisero di  redigere resoconti e pubblicazioni. I moti rivoluzionari del ‘48 misero a dura prova l’ardore scientifico del Fusinieri che vide la propria abitazione saccheggiata dalle truppe austriache che misero a soqquadro la biblioteca  e il gabinetto scientifico; dal questo drammatico evento lo scienziato  non ebbe più la forza di riprendersi completamente.

In  questo lavoro dell’età giovanile Fusinieri contesta la concezione newtoniana della luce, alla quale contrappone con fermezza l’ipotesi ondulatoria sulla base di un'acuta analisi del fenomeno della rifrazione.
Tentò  di costruire, in modo vago, una fisica unitaria fondata sul principio della forza espansiva, centrata sull’unità delle forze fisiche. Rifiutò il concetto di atomo come particella estesa, continua e impenetrabile preferendo l’idea che le molecole fossero le particelle minime che conservano inalterate le proprietà della sostanza cui appartenevano.  Manca al Riccardi e non è citata dal Poggendorff.
 Wallis (206); Rumor (I,703).

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